Capo DAP Renoldi non incontra i sindacati della Puglia nel carcere di Lecce

Carcere di Lecce

Le Organizzazioni Sindacali SAPPE, SINAPPE, OSAPP, UIL PA PP, FNS CISL, USPP, CGIL F.P. e CNPP ritengono inaccettabile la mancata correttezza di Carlo Renoldi, Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, nel mancato rispetto degli orari comunicati in precedenza e relativi all’incontro in calendario per questa mattina (ieri ndr) nel carcere di Borgo San Nicola di Lecce.

”Inizialmente fissato per le ore 10:30 (ed entro le 11:30) presso la sala conferenze della Casa Circondariale di Lecce, tutte le organizzazioni sindacali erano presenti dalle ore 10:00 ma, fino alle 12:25, non vi è stata nessuna riunione e non ci è stata partecipata nessuna comunicazione.

”Abbiamo ritenuto, nostro malgrado – si legge nella nota congiunta – di dover andar via con una profonda delusione per l’ennesima dimostrazione della poca attenzione per i sindacati e sindacalisti che hanno percorso anche 400 Km. per poter denunciare la situazione gravissima della Casa Circondariale di Lecce (che nonostante 2 nuove strutture, il C3 e l’ATSM, ha visto ridotto la dotazione organica di circa 130 unità con il PCD 2017 rispetto al precedente del 2014) e in generale della regione Puglia che ha il maggior sovraffollamento italiano (in termini percentuali).

Una situazione insostenibile in Puglia che non consente una organizzazione del lavoro che rispetti i diritti, più elementari, dei poliziotti con articolazioni sui tre quadranti e anche laddove si organizza il servizio sulle 6 ore fittizie, senza copertura di posti di servizio fondamentali per la sicurezza, si superano, in alcuni casi, le 10 ore; anche nei reparti ospedalieri nonostante la previsione normativa della tassatività dei quattro quadranti orari il servizio è organizzato con le 8 ore.

Non sono garantite (come da norme pattizie) le ferie estive, i riposi settimanali e ogni altra fattispecie contrattuale. Abbiamo spiegato con dati reali che il tutto è stato causato da un’errata rimodulazione delle piante organiche (nazionali) a seguito della Legge Madia con una riduzione per il PRAP Puglia e Basilicata del 25% (la più penalizzata). Il D.M. 2.10.2017 ha, infatti, ripartito le dotazioni organiche del Corpo di Polizia Penitenziaria parametrando il contingente alla capienza regolamentare degli Istituti penitenziari, capienza che per la Puglia è evidentemente inferiore rispetto all’effettivo (e non adeguata, nemmeno, a seguito dell’apertura dei nuovi padiglioni).

Basterebbe considerare, oltre l’esempio testé citato di Lecce, anche la situazione di Taranto che nel precedente P.C.D. (2014) aveva una previsione di 357 unità con una capienza detentiva inferiore e di guisa meno posti di servizio (sono stati implementati i padiglioni detentivi) e oggi con 800 detenuti presenti ha una previsione organica di 277 agenti.

Il dato di partenza, a parere delle scriventi OO.SS., non può essere inferiore per la sede tarantina a un numero di 400 agenti (Catanzaro con 200 detenuti in meno, ne prevede 470, Bologna meno detenuti il doppio degli agenti).

Siamo delusi per la poca attenzione per Lecce e l’intera regione Puglia, oggi avvalorata dalla mancata cortesia istituzionale. Speriamo, almeno, che si possa intervenire con estrema urgenza per lo sfollamento extra regionale e per l’adeguamento delle dotazioni organiche pugliesi”.

leccesette.it

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