La punta della lancia: Polizia Penitenziaria è nome proprio o aggettivo?

Polizia Penitenziaria

Siamo alle solite? Speriamo di no, ma una prima conferma o smentita l’avremo tra poche settimane.

Nel recente incontro con i Sindacati, il nuovo Capo DAP ha evidenziato tutte le qualità del Corpo di Polizia Penitenziaria e i progetti futuri per mostrarli all’opinione pubblica e alle altre Istituzioni. 

La punta della lancia è il 206* Anniversario di Fondazione del “Corpo di polizia penitenziaria” (notare le minuscole utilizzate nell’oggetto della circolare DAP che ne ha dato notizia) che verrà celebrato il prossimo 22 marzo e che prevede, oltre alla manifestazione a Roma presso la “Terrazza del Pincio”, anche le cerimonie locali del “Corpo di Polizia Penitenziaria” (notare le maiuscole nel corpo della circolare) che si dovranno tenere nella medesima data.

Non abbiamo dubbi che il nuovo Capo DAP metterà in campo tutte le sue energie e il suo carisma istituzionale per mostrare una perfetta e altisonante rappresentazione della Polizia Penitenziaria, ma l’impressione è che si stia, come al solito, prestando tutta l’attenzione a quanto scintilli la punta della lancia, senza prima aver curato lo spago che la lega all’asta, alla qualità del legno, e alla preparazione di chi la dovrebbe scagliare. 

Il bersaglio si. Il bersaglio, quello Giovanni Russo sembra averlo ben chiaro. Ma una punta scintillante e un bersaglio chiaro, da soli, non hanno mai nutrito nessuno. Se si parla di “immagine” e di “comunicazione”, bisognerebbe iniziare a lavorare sulla struttura che le sorregga, prima di lanciarsi in avanti rischiando (i casi pregressi si sprecano) di rimanere presto a secco o peggio, in mezzo al fuoco incrociato del nemico senza munizioni e senza benzina.

Tuttavia, da qualche parte bisogna pur iniziare a lavorare. Il tempo è poco e le cose da mettere a posto, parecchie. Ma un primo indizio che si stia andando troppo alla rinfusa lo dimostra l’uso delle maiuscole e delle minuscole quando si scrive “Corpo di Polizia Penitenziaria” che noi ci ostiniamo a scrivere sempre e comunque tutto in maiuscolo, perché i termini “Polizia” e “Penitenziaria” sono parte di nome proprio e quindi sostantivi e non, come aulici esponenti dell’amministrazione penitenziaria (tutto in minuscolo) vogliono con altrettanta e strategica ostinazione dimostrarci, aggettivi di relazione. 

Se nella circolare che annuncia il prossimo scintillante Anniversario, la nostra amministrazione, attraverso una circolare del “Servizio del Cerimoniale dell’Ufficio del Capo del Dipartimento” (notare l’attenzione posta in questa dicitura nell’uso delle maiuscole) non è in grado di chiarirsi le idee se la Polizia Penitenziaria è da considerarsi nome proprio o aggettivo, di cosa vogliamo parlare? Ve la immaginate una circolare del Ministero delle Finanze scrivere “Guardia di finanza” o quello dell’Interno “Polizia di stato”? No, vero?

Già sento la solita obiezione: ma nella Legge n. 395/90 “polizia penitenziaria” sono in minuscolo! E allora? Se più di trent’anni fa è stato commesso un errore (oppure era già una scelta diminutiva strategica?), dobbiamo per forza sminuire il nostro nome proprio?

Non è questione da poco. Fa parte delle stesse motivazioni per le quali indossiamo la stessa uniforme, sull’uso dello Stemma Araldico, del Cerimoniale, sulla percezione che abbiamo di noi stessi come Corpo e di come intendiamo presentarci agli altri come Istituzione.

Egregio Presidente Russo, il prossimo 22 marzo, dalla Terrazza del Pincio, lei che è il Capo, ci dica come ci presenteremo.

Siamo il Corpo di… ?

Firmato: Mirko Manna e Federico Olivo